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Approda anche su Rai Uno l’assurdo caso di Edoardo Ascione (in foto), il 21enne di Fossò (nel Veneziano) deceduto nel terribile schianto successo due mesi e mezzo fa sulla Triestina, tornato all’onore delle cronache per il rifiuto della compagnia di assicurazione con cui il giovane aveva contratto una polizza infortuni, collegata al finanziamento per l’acquisto della sua prima auto, di procedere con il risarcimento dovuto perché mancano le lastre.

Martedì 25 ottobre si occupa della vicenda il programma “Tempo & Denaro” condotto da Elisa Isoardi, in onda ogni giorno dalle 11.05 e che vuole porsi dalla parte del cittadino e del consumatore (in foto, la puntata di lunedì 17 ottobre con l’intervento del Presidente di Studio 3A, dott. Ermes Trovò). Una troupe guidata dall’inviato Ivan Bacchi si collegherà in diretta con lo studio della trasmissione da piazza San Nicolò, a Mira, tradizionale luogo di ritrovo della compagnia di amici di Edoardo, e intervisterà il papà del ragazzo, Angelantonio, e Riccardo Vizzi, Area Manager di Studio 3A, la società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità civili e penali, a tutela dei diritti dei cittadini, che assiste i familiari del ragazzo.

Edoardo ha perso la vita all’alba del 10 agosto sulla Statale Triestina, con la quasi coetanea Linda Giorgio, in seguito a un sinistro che ha destato profondo sconcerto, non solo per il tragico bilancio (due ragazzi morti e due feriti gravi), ma anche per le modalità con cui è avvenuto: l’auto, condotta da un’amica che si è salvata, e su cui Edoardo viaggiava come passeggero sul sedile posteriore, è stata infilzata da un guardrail (in foto).

I genitori, attraverso il consulente Massimiliano Golin, si sono subito rivolti a Studio 3A per fare piena luce sulla dinamica e le cause dello schianto, con particolare riferimento allo stato di manutenzione di quella barriera che non ha retto all’urto trasformandosi in strumento di morte. Studio 3A ha incaricato uno dei più esperti periti cinematici, l’ingegner Pierluigi Zamuner, e, attraverso il suo servizio legale, ha subito depositato una formale richiesta presso la Procura di Venezia, chiedendo al Pubblico Ministero titolare del procedimento, la dott.ssa Paola Mossa, di promuovere l’incidente probatorioper disporre una perizia volta ad accertare lo stato dei luoghi anteriore ai fatti, nonché le modalità di montaggio e di manutenzione del guardrail al fine di verificare l’incidenza causale di detti elementi in relazione all’evento dannoso, disponendo altresì il sequestro dei rottami del tratto di barriere metallica entrato in collisione con il veicolo”. Una richiesta accolta dal Pm che, per ricostruire la dinamica del sinistro, nei giorni scorsi ha nominato un consulente tecnico, l’ingegner Mario Piacenti.

Nello specifico però, il nodo del contendere non riguarda il sinistro in sé, ma la polizza “protezione infortuni stipulata dal ragazzo nel 2014 con la compagnia Crédit Agricole Assicurazioni, contestualmente all’apertura di un finanziamento con il gruppo bancario Cariparma Crédit Agricole per l’acquisto dell’auto: una copertura in caso di impedimenti al pagamento delle rate, come purtroppo è successo, del tipo di quelle che si accendono per i mutui casa, e siglata con una compagnia assicurativa dello stesso gruppo “caldeggiata” dalla banca, altro punto che lascia molto perplessi.

Pur nelle contraddizioni di un contratto astruso, è indubbio che il giovane abbia maturato il diritto all’indennizzo per tutta una serie di lesioni, essendo sopravvissuto all’urto almeno un’ora e mezza: al momento del suo arrivo al Pronto Soccorso dell’Ospedale dell’Angelo, alle 6.16 di quel maledetto 10 agosto, il giovane era cosciente, vigile e “orientato”, tanto che gli era stato assegnato il “codice giallo”. In pochi minuti, però, il suo quadro clinico è precipitato e l’emorragia interna causata dai gravi politraumatismi lo ha stroncato: è spirato alle 6.50.

Che Edoardo avesse riportato un bel po’ di lesioni tra quelle indennizzabili dalla polizza, a cominciare proprio dagli organi interni, appare evidente anche per un profano, basta leggere il rapporto del Pronto Soccorso: “politrauma della strada, accolto in area rossa dal Trauma Team, ecofast positivo per abbondante versamento di liquido endoaddominale, inizio trasfusione, manovre di rianimazione cardiopolmonare…” .

Studio 3A ha comunque sottoposto la documentazione sanitaria ad un proprio consulente medico legale, il quale ha confermato che “la causa del decesso è identificabile “in un arresto cardio-respiratorio conseguente a shock emorragico da massiva perdita ematica in grave quadro traumatico toracico-addominale (con lesioni di organi interni) e fratturativo polidistrettuale”.

Studio 3A ha quindi aperto il sinistro presso la compagnia di assicurazione titolare della polizza infortuni, la quale, però, richiede “gli esami strumentali, le cosiddette lastre, in originale, che sono necessari e richiesti sempre per pratiche di sinistro “Protezione Infortuni Indennitaria” e che ci vengono puntualmente forniti; in assenza dei quali non si può procedere alla valutazione medica. Le mere fotografie in bianco e nero degli esami strumentali non rivestono alcun pregio ai fini di qualsivoglia valutazione medica: la valutazione medica interna viene fatta proprio e specificatamente su documentazione strumentale che debba ricondurre le lesioni subite alle fattispecie indennizzabili a termini di polizza” come scrive il liquidatore della Crédit Agricole che segue la posizione.

Inutile ogni tentativo di Studio 3A di far presente alla controparte che al Pronto Soccorso, di fronte alla estrema gravità della situazione di Edoardo, hanno dato priorità ad esami urgenti come l’ecofast e l’elettrocardiogramma e che non c’è stato il tempo fisico di sottoporre il paziente alle radiografie del torace piuttosto che all’addome o al capo. Niente da fare: o le lastre, che non ci sono, o niente risarcimento. Intanto, però, la compagnia continua a incassare il premio della polizza collegato al finanziamento per l’auto e si è pure risentita del fatto che la vicenda sia finita sui media, anziché rivedere la propria posizione.

Un atteggiamento di totale chiusura, anche contro ogni evidenza, e di disumanità da parte di un colosso come la Crédit Agricole, che la famiglia del ragazzo e Studio 3A hanno deciso di denunciare e di contrastare con ogni mezzo, non per ragioni economiche – qui non si parla di cifre astronomiche – ma proprio per una questione di principio e di rispetto dei diritti di Edoardo.

Scritto da:

Dott. Nicola De Rossi

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